Passeggiata al faro di Capo zafferano

Stradella Vicinale Torre Zafferano, 90017 Santa Flavia PA - -Vedi sulla mappa
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Intorno al 1880, sul versante nord-est del capo zafferano, viene costruito un faro, a cui si arriva attraverso una stradella comunale asfaltata di circa 2,20 m. di larghezza che consente il passaggio di un solo veicolo alla volta, una stradina tortuosa e strettissima che segue l’andamento del costone roccioso e che scavalca una piccola gola con un ponticello in mattoni.Oggi annotato al Libro dei Fari della Marina Militare Italiana al n.3244 con la sigla di riconoscimento E2023 (38°06’7’’ N – 13°32’3’’ E), il faro di Capo Zafferano è stato presidio militare durante le due ultime guerre mondiali; per questo motivo è stato dotato di una serie di caseggiati e di una torretta di avvistamento. Ha attinto energia da un sistema chimico a carboni di acetilene fino al 1970 quando è stato dotato di impianto elettrico. Nel 1980, cento anni dopo la sua costruzione, con il trasferimento del suo ultimo guardiano, ultimo di due generazioni di guardiani, il faro è stato abbandonato, funzionando adesso soltanto come segnalatore con batterie e sistema di accensione crepuscolare. Il faro di Capo zafferano è un sito importante per la navigazione lungo questo tratto di costa. Uno specchio di mare che, da Capo zafferano a Solanto, a Termini, è stato teatro di eventi storici e testimone di rinomate città.L’odierna Solanto, come molti sanno, fu il porto della punica Selaim, tra le tre più importanti colonie puniche della Sicilia occidentale insieme a Mozia e Palermo; fu il porto della Solunto ellenistica-romana; fu il sito di fornaci per la produzione di terracotte nel sovrastante piano di San Cristoforo.Capo Zafferano fu sulla rotta dei commerci tra Palermo e Himera, tra Palermo e le foci dei fiumi (ilS.Giovanni, il S.Michele, il Cefalà) che dalle montagne di Misilmeri e Marineo portavano a valle acqua e legname. Si doppiava il Capo per raggiungere Solanto che fu sede di una torre arabo-normanna, divenuta in seguito castello. Fu una delle più rinomate tonnare del Medioevo siciliano e al contempo caricatoio di frumento.

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