Castello Duca di Salaparuta
Il castello del duca di Salaparuta sorge al centro di Casteldaccia e con la sua medievale maestosità domina sul golfo antistante il paese. Probabilmente si stratta del monumento più antico presente sul territorio casteldaccese, infatti la sua costruzione si ritiene avvenne intorno al 1400. La torre di avvistamento con baglio e masseria rappresenta una struttura fortificata finalizzata alla protezione della popolazione. Sulla sommità della torre d’ingresso al castello, infatti, è possibile ammirare dei merli tipici dell’architettura militare medievale. Essi richiamano la forma dei tipici merli ghibellini con la caratteristica forma a coda di rondine, i quali avevano funzione protettiva sia durante la fase di attacco che di difesa. La torre di avvistamento si componeva di magazzini, stalla, pagliarola, palmeto e corpi vari utilizzati come abitazioni. L’accesso principale al castello avviene attraverso un arco che si affaccia sulla piazza Matrice. La volta dell’ arco presenta un affresco che si è preservato fino ai giorni nostri. Il castello durante i secoli XV, XVI, XVII, XVII appartenne a varie famiglie nobiliari siciliane fra cui gli Alliata, Termini, Catena, Filangeri fino a quando, il 5 gennaio 1737, Ignazio Vincenzo Abate Marchese di Lungarini stipulò il contratto con d’acquisto di 24 Salme e 6 Tumuli ed un quarto di terre situate in località “Castellazzo”.Agli inizi del 1900 la famiglia degli Abate si incrocia con quella degli Alliata. Una delle discendenti del Marchese di Lungarini, tale Felicia Lo Faso, sposò Eduardo Alliata, Duca di Salaparuta.Eduardo Alliata ricevette il titolo di Duca di Salaparuta dal padre Giuseppe che nel 1824 fondò l’Azienda Vinicola Corvo. La lunga discendenza dei Lungarini che si incrocia con quella degli Alliata ci permette di capire le origini della scritta che campeggia sul prospetto della torre medievale. Eduardo Alliata fu un grande enologo del tempo e riuscì a migliorare ed incrementare l’azienda avviata dal padre. L’azienda in espansione necessitava di cantine capienti dove allocare le botti di rovere in cui far fermentare il vino, a seguito di questa necessità; Eduardo, fece costruire all’interno del Castello delle cantine che però sono andate distrutte negli anni.Nel 2000 la torre con baglio viene acquistata dal Comune di Casteldaccia e grazie al finanziamento P.O.R 2000/2006 vengono avviati i lavori di restauro.