Cultura e Tradizioni

Tradizioni popolari Trabia è conosciuta anche per le nespole, primo frutto primaverile (maturano tra marzo e giugno). L'albero di nespole arrivò per la prima volta in Europa nel 1784 importate dall'Oriente. Lì erano molto diffuse soprattutto in Cina ed in Giappone. All'inizio l'albero di nespole fu coltivato come pianta ornamentale per via del loro fogliame sempre verde. L'uso della nespola a scopo agricolo probabilmente inizio nel 1831, ma soltanto col passare del tempo divennero una produzione di alta qualità e di gusto sempre più delicato. Trabia concorre anche per la paternità dell'origine degli spaghetti, anche se i sono incerte mettendo così diversi paesi in prima fila nella paternità degli stessi. Tra questi vi sono l'Italia, la Cina e l'Arabia. La leggenda vuole che gli spaghetti siano stati introdotti dal viaggiatore Marco Polo di ritorno dalla Cina nel 1295. La cultura degli spaghetti ha indotto anche altri paesi, come l'Italia, ad attribuirsi la reale paternità. Nella descrizione della Sicilia tramandataci da Idrisi al tempo di Ruggero II di Sicilia nel suo Libro di Ruggero si fa chiaramente menzione di Vermicelli, cibo di farina in forma di fili prodotti nel villaggio di Trabia vicino Palermo ""A ponente di Termini è un abitato che s'addimanda 'At Tarbiah (la quadrata): incantevole soggiorno; (lieto) d'acque perenni che (danno moto a) parecchi molini. La Trabia ha una pianura e de' vasti poderi ne' quali si fabbrica tanta (copia di) paste da esportarne in tutte le parti, (specialmente nella) Calabria e in altri paesi di musulmani e di cristiani: che se ne spediscono moltissimi carichi di navi... Nel porto poi di questo paese si prende quel gran pesce che addimandasi il tonno". Con questa testimonianza si può quindi affermare che la pasta secca lunga e filiforme chiamata Itrya (spaghetti) veniva prodotta, anche prima di quella data, nel laborioso borgo di Trabia dove si svolgevano attività artigianali, commerciali e marittime. Da notare che ancor oggi a Palermo e soprattutto a Trabia sono diffusi i "vermicelli di Tria". Eccellenze enogastronomiche Trabia è conosciuta anche per le nespole, primo frutto primaverile (maturano tra marzo e giugno). L'albero di nespole arrivò per la prima volta in Europa nel 1784 importate dall'Oriente. Lì erano molto diffuse soprattutto in Cina ed in Giappone. All'inizio l'albero di nespole fu coltivato come pianta ornamentale per via del loro fogliame sempre verde. L'uso della nespola a scopo agricolo probabilmente inizio nel 1831, ma soltanto col passare del tempo divennero una produzione di alta qualità e di gusto sempre più delicato. Trabia concorre anche per la paternità dell'origine degli spaghetti, anche se i sono incerte mettendo così diversi paesi in prima fila nella paternità degli stessi. Tra questi vi sono l'Italia, la Cina e l'Arabia. La leggenda vuole che gli spaghetti siano stati introdotti dal viaggiatore Marco Polo di ritorno dalla Cina nel 1295. La cultura degli spaghetti ha indotto anche altri paesi, come l'Italia, ad attribuirsi la reale paternità. Nella descrizione della Sicilia tramandataci da Idrisi al tempo di Ruggero II di Sicilia nel suo Libro di Ruggero si fa chiaramente menzione di Vermicelli, cibo di farina in forma di fili prodotti nel villaggio di Trabia vicino Palermo ""A ponente di Termini è un abitato che s'addimanda 'At Tarbiah (la quadrata): incantevole soggiorno; (lieto) d'acque perenni che (danno moto a) parecchi molini. La Trabia ha una pianura e de' vasti poderi ne' quali si fabbrica tanta (copia di) paste da esportarne in tutte le parti, (specialmente nella) Calabria e in altri paesi di musulmani e di cristiani: che se ne spediscono moltissimi carichi di navi... Nel porto poi di questo paese si prende quel gran pesce che addimandasi il tonno". Con questa testimonianza si può quindi affermare che la pasta secca lunga e filiforme chiamata Itrya (spaghetti) veniva prodotta, anche prima di quella data, nel laborioso borgo di Trabia dove si svolgevano attività artigianali, commerciali e marittime. Da notare che ancor oggi a Palermo e soprattutto a Trabia sono diffusi i "vermicelli di Tria". A Trabia, ogni anno, il 18 e il 19 maggio si svolge la Sagra delle Nespole e degli Spaghetti, una kermesse arricchita anche da manifestazioni musicali, culturali e ludiche. Mangiare questi frutti apporta benefici alla salute. Le nespole sono composte prevalentemente da acqua, contengono vitamina A, vitamine del gruppo B, C e sali minerali, possiedono proprietà astringenti e diuretiche, sono utili per la regolarizzazione delle funzioni intestinali e apportano pochissime calorie. Possono essere utilizzate nella preparazione di deliziose marmellate, nella macedonia, o nella preparazione di dolci e gelati. I noccioli ovviamente non vengono consumati ma possono essere utilizzati per la preparazione di un liquore chiamato "Nespolino". Questo è un liquore dal colore ambrato e dal gusto che ricorda un po' quello dell'amaretto. La preparazione del Nespolino richiede circa 80 giorni di attesa prima di poter essere gustato. Le nespole di Trabia sono un prodotto tradizionale siciliano inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf). Artigianato locale Per lungo tempo l'economia di Trabia fu supportata dalla produzione della pasta e dai trappeti, detti anche "cannamele", dove si trasformava la canna da zucchero. Nel contesto contemporaneo l'economia del paese si basa sul turismo, sviluppato soprattutto nella frazione marinara di San Nicola l'Arena (conosciuta anche come San Nicola Tonnara, perché già nel XIV secolo esisteva in quel piccolo borgo una tonnara), che dispone di uno dei più attrezzati porti turistici di Sicilia, sulla frutticultura, principalmente le nespole, la cui sagra si svolge ogni anno, a maggio, e sulla pesca che ha da sempre rappresentato la principale fonte di reddito (fino all'inizio del '900 si praticava la mattanza). L'industria è costituita da aziende di piccole e medie dimensioni che operano nei comparti: alimentare, dell'abbigliamento, dei laterizi, della fabbricazione di strumenti ottici e fotografici. Il terziario si compone di una modesta rete commerciale, che assicura comunque il soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità, e dell'insieme dei servizi più qualificati. Secondo alcuni storici è da attribuire a Trabia la prima produzione dei famosi spaghetti. L'economia si basa su turismo, pesca, allevamento bovino. I principali prodotti agricoli sono nespole, agrumi, uva da vino, ortaggi e olive. Personaggi ed eventi storici Giuseppe La Masa, (1819-1881) patriota. Irriducibile avversario dei Borbone, fu perseguitato dalla polizia per la sue attività rivoluzionarie. Fu l'anima della dell'insurrezione palermitana del 12 gennaio 1948 e organizzò i volontari siciliani (picciotti) nella spedizione dei Mille. Fu deputato al Palamento nell'VIII, IX e X legislatura. Scrisse l'opera storica "Documenti della rivoluzione siciliana del 1848-49 e in rapporto all'Italia". E' ricordato da un monumento, opera di Benedetto Civiletti, nella villa Garibaldi in piazza Marina e da una lapide commemorativa nel chiostro di San Domenico. Leonardo Di Bartolomeo, giureconsulto, nato alla fine del XV secolo e morto a Palermo nel 1450, ucciso da un certo Tommaso Crispo, mentre era impegnato a sedare un tumulto popolare. Fu signore della terra di Trabia e ricoprì la carica di protonotaro del Regno. Raccolse molte opere di diritto e di classici latini e greci, lasciò un'importate opera in latino: "Ritus Magnae Regiae Curiae et totius regni Siciliae curia rum, nota con il titolo di "Rito di Re Alfonso", in cui egli accolse le forme, le regole e le spese che occorrevano nelle cause civili e legali. Ignazio Di Matteo, monsignore, (1872-1948). Ordinato giovanissimo Sacerdote, si recò nel collegio di Kraim, nel Libano,dove apprese anche la lingua siriaca e conobbe gli usi e i costumi di quei popoli. Ritornato in Italia, per sei ani di seguito, ebbe l'incarico di insegnare la lingua araba nella Scuola di commercio di Palermo. Insegnò pure ebraico e Greco nel seminario di Monreale. Conseguì il diploma di baccelliere in Sacra teologia. Pubblicò una grammatica araba con esercizi di traduzione e dialoghi, che fu adottata nelle nostre scuole all'estero e nelle colonie, dove s'insegnava l'arabo. Pubblicò pure un compendio di una voluminosa opera d'Ibu Tajmiujjah, scrittore assai apprezzato nel mondo mussulmano, dove si mostrano chiaramente i principali argomenti usati dai musulmani per computare la religiosa cristiana. Diede anche alle stampe di un indice inedito del XVII secolo, che contiene un'opera poetica in lingua spagnola del musulmano Ibrahim Taubili. Chiamato a Roma come Cappellano del Re, dal 1914 al 1930, ebbe l'incarico di fiducia di tradurre in italiano tutte le lettere scritte in arabo. Conseguì la libera docenza di lingua e letteratura araba. In seguito con decreto ministeriale gli gu confermata definitivamente l'abilitazione alla libera docenza. Vincenzo Di Vittorio, sacerdote (1907-1980). Ordinato dal cardinale Lavitrano il 13 aprile del 1930, subito dopo si recò a Roma per studiare e laurearsi alla Gregoriana in filosofia e teologia. Nel luglio del 1940 conseguì anche la laurea in filosofia presso l'università di Palermo. Con nomina del presidente della Repubblica Ronchi, fu canonico della Cappella Palatina e negli ultimi tempi decano. Filippo Tonda, religioso, prese il nome di Andrea di San Gabriele (1913-1947). Dopo il servizio militare entrò, a ventiquattro anni, entrò nel seminario dei Padri Cappuccini di Caccamo come aspirante. Trascorsi i tre mesi i Padri Cpuccini lo mandarono a Monreale, me non poté rimanervi a lungo. Dopo difficoltà inaudite, fu accolto dagli Agostiniani Scalzi nella Casa di Santa Maria Nuova di Tivoli (Roma). Il 22 maggio 1941 indossò l'abito religioso e nel 1942 emetteva voti semplici, e il 5 giugno 1945 si legava per sempre a Dio. Dopo il noviziato completò il corso di filosofia e a Palermo inizio il corso di teologia. Morì in fama di santità. Raimondo Lanza di Trabia (1915–1954) è stato un diplomatico e dirigente sportivo italiano. Fu ufficiale dell'Esercito italiano fra il 1940 e il 1943 e, dopo l'armistizio, fu aiutante di campo del Generale Carboni e agì quale ufficiale di collegamento con le Forze Alleate fino al 1945. In quegli anni frequentò e fu amico di Galeazzo Ciano, Curzio Malaparte e Gianni e Susanna Agnelli e, dopo la guerra, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Aristotele Onassis. Restaurò in quegli anni ed abitò il Castello di Trabia, di cui la figlia Raimonda sarà, dopo secoli di dominio, l'ultima discendente della famiglia Lanza a trascorrervi le estati, mentre la settecentesca Villa Trabia a Palermo, il Castello di Mussomeli e molti altri possessi storici dei Butera-Trabia, furono tutti alienati con l'eccezione di Palazzo Butera sul lungomare di Palermo, ancora della famiglia. Divenne Presidente del Palermo il 26 gennaio 1951. Con la squadra al primo posto del campionato, partì in Persia ospite dello scià Mohammad Reza Pahlavi con il quale intrecciò rapporti di amicizia e di affari. Lasciò la presidenza del Palermo il 30 giugno 1952. A lui si deve l'invenzione del calciomercato insieme al tecnico Gipo Viani con il quale si incontrava all'Hotel Gallia di Milan. Morì nel 1954, in circostanze misteriose e mai acclarate, in seguito a una caduta da una finestra del primo piano dell'Hotel Eden di via Ludovisi a Roma. La sua tragica morte sembra aver ispirato Domenico Modugno per la canzone Vecchio frac.

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